Per Paolo Domenico Martina l'abitudine all'esercizio fisico si tradusse col tempo nella pratica dell'equitazione, della scherma e soprattutto della caccia. Nella sua residenza di Monforte fu mantenuto un cavallo per l'equitazione; nel suo baglaglio: spade, fioretti, maschere da scherma.
Fu il disegno, talvolta allargato all'acqurello, ad occupare Martina in una sorta di diario figurato, modesto ma spontaneo. Accanto alla pittura, la musica. Martina suonò la chitarra e si procurò libretti con trascrizioni di musica classica e moderna, promosse e stimolò il potenziamento della banda musicale di Monforte. Vivissimi furono sempre il suo interesse per la storia e la sua passione per l'agricoltura e il collezionismo.
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